La Biennale ARTE VENEZIA 2019

Commissario
Maurizio Carlin

Curatore
Giovanna Zabotti

Partecipanti
Sidival Fila
Fabio Viale
Ferzan Özpetek
Plastique Fantastique
Lorenzo Dante Ferro
Mirko Borsche
Giorgos Koumendakis

Concept e direzione artistica
Stelios Kois
Alessandro Gallo

Comitato scientifico e operativo
Nicola Ferrari
Matteo Ballarin
Francesca Giorgi Pierfranceschi
Lorenzo Poggiali
Cristiano Grisogoni
Tonino Zera
Partnership
NWC – VENICE | | VENICE
Partner istituzionali
Fondazione Musei Civici di Venezia,
Gabriella Belli
VeLa
Partner tecnico
Margraf
Organizzazione
Fondaco Italia

Nella nostra esistenza contemporanea, la capacità di vedere coincide con la capacità di sapere. Se qualcosa appare assente dalla visione, con ogni probabilità permane una presenza invisibile e nascosta che vede, ascolta e registra. Come può l’arte superare il presupposto secondo cui abbiamo visto tutto, quando le temporalità vengono esperite innanzitutto su uno schermo? Le opere, incorporando il concetto di spettacolo, del suo aspetto voyeuristico, oltre all’individualismo che le permea, possono essere osservate dalle persone dall’esterno del padiglione. Tuttavia, l’intento è quello di sfruttare Bodies in Alliance, ovvero il principio per cui l’uguaglianza tra gli individui non è solo scritta o parlata, bensì attuata proprio quando i corpi compaiono insieme nello spazio. L’interno del padiglione costituisce il corpo che racchiude la città. Questa esperienza incarnata è strutturata come uno scambio temporale – tra il pubblico, l’edificio, l’opera, gli artisti, i materiali e la città – che inizia quando si accede all’edificio ed è trasmesso dalla materialità dell’opera.

Quando un individuo sperimenta il tessuto urbano della città di Venezia e la moltitudine di narrazioni che la attraversano, li percepisce come una varietà di spazi ed ecosistemi interconnessi uniti da una continuità non lineare. Il girovagare senza meta è un processo che spesso evoca introspezione e trasforma l’accettazione delle nostre storie in una conoscenza adattiva, che viene raccolta e condivisa attraverso le pratiche artistico-curatoriali collaborative che emergono nello spazio del padiglione. Tali pratiche collettive non si rivolgono al pubblico su un piano informativo, bensì cercano di alimentare l’aspetto esperienziale della città, i concetti organici e inorganici che la costituiscono, oltre agli scambi reciproci che si verificano. In ultima analisi il corporeo non può essere limitato alla linguistica, e quindi l’aspetto architettonico del padiglione tenta di coinvolgere i visitatori attraverso l’intreccio degli artisti che discutono per arrivare alla realizzazione di un’unica opera collettiva, in reazione alle loro esperienze individuali della città di Venezia.