La Biennale Venezia
Quando un individuo sperimenta il tessuto urbano della città di Venezia e la moltitudine di narrazioni che la attraversano, li percepisce come una varietà di spazi ed ecosistemi interconnessi uniti da una continuità non lineare. Il girovagare senza meta è un processo che spesso evoca introspezione e trasforma l’accettazione delle nostre storie in una conoscenza adattiva, che viene raccolta e condivisa attraverso le pratiche artistico-curatoriali collaborative che emergono nello spazio del padiglione. Tali pratiche collettive non si rivolgono al pubblico su un piano informativo, bensì cercano di alimentare l’aspetto esperienziale della città, i concetti organici e inorganici che la costituiscono, oltre agli scambi reciproci che si verificano. In ultima analisi il corporeo non può essere limitato alla linguistica, e quindi l’aspetto architettonico del padiglione tenta di coinvolgere i visitatori attraverso l’intreccio degli artisti che discutono per arrivare alla realizzazione di un’unica opera collettiva, in reazione alle loro esperienze individuali della città di Venezia.